
L’insight dell’impermanenza ci dà speranza, per il maestro zen Thich Nhat Hanh, perché nulla resta uguale per sempre. Inoltre ci rende capaci di lasciare andare e sentirci leggeri e liberi nella nostra vita.
Abbiamo in noi molti ostacoli dovuti all’ignoranza. Ci comportiamo come se dovessimo vivere un milione di anni, come se fossimo eterni, indistruttibili. Abbiamo sentito le parole del Buddha, abbiamo ascoltato il nostro insegnante: entrambi ci hanno parlato dell’impermanenza. Sappiamo bene che potremo vivere al massimo cento anni. Pensiamo: quella persona ha avuto un incidente di macchina, quell’altra è in ospedale, quell’altra ancora ha il cancro, quella è morta. Ma crediamo che tutto questo non ci riguardi, viviamo questa specie di follia.
La nostra comprensione dell’impermanenza è molto superficiale: la vediamo solo come un’idea, una teoria, e agiamo nella vita quotidiana come se dovessimo esserci per sempre. Ma non è vero, non è così. La nostra vita è come un lampo, come una nuvola nel cielo. Dovremmo concentrarci e guardare in profondità nell’impermanenza: vedere ogni passo, ogni respiro, ogni boccone di cibo alla luce dell’impermanenza.
Non si tratta di qualcosa di negativo, di pessimistico. È la verità e va compresa bene, perché l’impermanenza è essenziale per la vita. Se piantiamo dei girasoli e vogliamo che crescano, l’impermanenza è indispensabile. Se il seme di girasole dovesse rimanere per sempre un seme, non esisterebbe il girasole. Il seme deve scomparire affinché il girasole appaia: ecco l’impermanenza. E poi, affinché ci siano nuovi girasoli, il girasole deve diventare vecchio e morire.
Non dite “non mi piace l’impermanenza”, perché vorrebbe dire che non amate la vita. Impermanenza significa anche “non sé”. In termini di tempo, infatti, parliamo di impermanenza, mentre in termini di spazio parliamo di non sé. Se riuscirete a vedere l’impermanenza e il non sé, vedrete l’interessere, la vacuità. In seguito potrete ottenere l’insight, la comprensione risvegliata dell’impermanenza. Vivrete nella luce, nel regno dell’Avatamsaka, il mondo di non nascita e non morte. L’impermanenza ci rende capaci di lasciare andare, e quando lasciamo andare, ci sentiamo leggeri, liberi. L’insight dell’impermanenza ci dà speranza, perché nulla resta uguale per sempre.
Da: “I Sedici Esercizi del Sutra Anapanasati”, Commento di Thich Nhat Hanh, tratto da due discorsi di Dharma tenuti il18 e 22 gennaio 1998 a Plum Village.
Per approfondire:
Paolo Subioli – L’impermanenza ci fa scoprire il mondo eternamente nuovo
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