Essere “nessuno” non è facile, ma può essere un antidoto all’egocentrismo, alla fatica dei continui artifici che costruiamo. Un modo per essere naturali, liberarci di tutte le storie e semplicemente “essere noi stessi”.

Io sono nessuno! Tu chi sei?
Sei nessuno anche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo! Potrebbero spargere la voce!
Che grande peso essere Qualcuno!
Così volgare – come una rana,
che gracida il tuo nome – tutto giugno
ad un pantano in estasi di lei!
I’m Nobody! Who are you?
Are you – Nobody – Too?
Then there’s a pair of us!
Don’t tell! they’d advertise – you know!
How dreary – to be – Somebody!
How public – like a Frog –
To tell one’s name – the livelong June –
To an admiring Bog!
Tratto da: Emily Dickinson, “Tutte le poesie“, Mondadori, 1997.
Chi è Emily Dickinson
Emily Dickinson (1830 – 1886) è considerata una delle più importanti figure della poesia americana. Nel corso della sua vita pubblicò solo 10 delle 1.800 sue poesie che oggi conosciamo. Le sue poesie erano uniche per la sua epoca. Sono caratterizzate da versi brevi, mancanza di titoli, uso frequente di rima imperfetta, ma anche un uso delle maiuscole e una punteggiatura non convenzionali. Il movimento femminista degli anni ’60 e ’70 ne ha esaltato il ruolo di donna poeta.
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