“Le lacrime che ho versato ieri sono diventate pioggia”: il verso di Thich Nhat Hanh esprime in poche parole la profondità della visione non dualista dello Zen, che ci fa vedere la bellezza anche dove c’è la disperazione.

Dal commento pubblicato da Paolo Subioli su Yoga Journal:
Il monaco zen Thich Nhat Hanh, quando ha scritto questa poesia a Saigon, Vietnam, nel 1964, imperversava la guerra. Pur avendo visto da vicino lo strazio e la morte di persone care, non è maturato in lui né un desiderio di vendetta, né un rifiuto della sofferenza in quanto tale. È riuscito a mantenere quella visione ampia che deriva da una presenza mentale esercitata costantemente, e che gli ha permesso di cogliere l’intima interconnessione di tutte le cose e l’ineluttabilità della dimensione oscura della vita. La continua trasformazione di tutto ci sfida a vedere il fiore che nascerà dalla decomposizione del cadavere.
Il monaco che ha messo insieme impegno e poesia
Thich Nhat Hanh, nato in Vietnam nel 1926, è considerato uno dei più grandi leader spirituali moderni. Pur aderendo fedelmente al proprio lignaggio Zen – che risale a Linji (810/15-867 d.C.) – ha riformato in modo radicale lo Zen, ibridandolo con elementi di altre tradizioni buddhiste, come la Vipassana, e rendendolo comprensibile a tutti, grazie anche alle sue doti di poeta.
Durante la guerra del Vietnam, diede vita al movimento di resistenza nonviolenta dei “Piccoli Corpi di Pace”: gruppi di laici e monaci che andavano nelle campagne per creare scuole, ospedali e per ricostruire i villaggi bombardati, nonostante subissero attacchi da entrambi i contendenti, poiché li ritenevano alleati del proprio nemico. Nel 1967 incontrò Martin Luther King, il quale, dopo averlo conosciuto, lo candidò al Premio Nobel per la pace e prese posizione pubblicamente contro la guerra in Vietnam. Due anni dopo, costretto all’esilio, Thich Nhat Hanh diede vita alla Delegazione di Pace Buddhista, che ha partecipato alle trattative di pace di Parigi. Dopo la firma degli accordi, gli è stato rifiutato il permesso di rientrare nel suo Paese. Si è quindi stabilito in Francia, dove nel 1982 ha fondato Plum Village, comunità di monaci e laici nei pressi di Bordeaux, nella quale ha vissuto fino al suo ritorno definitivo in Vietnam, nel 2018. Da quando è stato colpito da un ictus, nel 2014, ha interrotto la sua prolifica attività di insegnamento.
Tratti caratteristici del suo insegnamento, oltre all’estrema comprensibilità, sono un forte accento posto sul “non dualismo” e sull’interconnessione di tutte le cose, da cui è derivato anche il suo forte impegno sui temi ambientali.
I suoi “addestramenti alla consapevolezza” sono una rivisitazione dei precetti buddhisti, proposti come base per un’etica universale, al di là di qualsiasi appartenenza etnica, ideologica o religiosa.
I suoi numerosi libri sono stati tradotti in molte lingue.
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