Poesie
Fernando Pessoa – Un giorno straordinariamente chiaro
Fernando Pessoa, in “Un giorno straordinariamente chiaro”, ci invita a osservare i fenomeni naturali per quello che sono e non guidati da una visione idealizzata, dove la “natura” è altro da noi.
Saigyō – Quale cosa divina
Il poeta Saigyō esprime lo stupore profondo, carico di commozione, che lo pervade quando prende coscienza del mistero dell’esistenza, al di là di qualsiasi credo o filosofia esistenziale.
Emily Dickinson – Non sapendo quando l’Alba verrà, Apro tutte le Porte
Di fronte all’incertezza del futuro, Emily Dickinson ci propone un atteggiamento di completa apertura. Non sappiamo cosa ci aspetta, ma possiamo prepararci comunque ad accoglierlo come parte della nostra vita.
Mary Oliver – Nei boschi d’acqua scura
Questa è la poesia di Mary Oliver che contiene i famosi versi “Per vivere in questo mondo devi essere abile a fare tre cose: amare ciò che è mortale; stringerlo contro le tue ossa sapendo che la tua vita ne dipende; e, quando è tempo, lasciarlo andare”.
Thich Nhat Hanh – Respirare
La poesia “Respirare” riprende la struttura di una classica meditazione di di Thich Nhat Hanh, basata sulle figure del fiore, della montagna, dell’acqua e dello spazio, Può essere usata come una meditazione guidata.
Davide Rondoni – Silenzio
Il silenzio della notte cova parole trattenute, che includono un sospiro o un grido di dolore o di amore, prima di liberarsi in un’esplosione di emozioni. È il potere del silenzio, che contiene tutto.
Tagore – Il mio piccolo io
L’ombra dell’ego ci accompagna in ogni momento della vita, trascinandoci verso la parte più oscura della nostra esistenza, e frenando la nostra ambizione di intraprendere un cammino di vera liberazione.
Wendell Berry – La pace delle cose selvagge
Anche nei momenti di più cupa disperazione possiamo fare appello alla nostra capacità di stupirci per quel qualcosa di molto più grande di cui facciamo parte, come evocato in questa poesia di Wendell Berry.
Tiziano Fratus – Invernare
Questa poesia di Tiziano Fratus, dalla forma vagamente organica, sintetizza la finalità implicita nell’atto di meditare: quella di consentire che l’io si dissolva, ma senza uno sforzo particolare.